Questi sono giorni intensi. E più i giorni sono intensi, più la sfiga stagistica si sente in dovere di agire. Mannaggia.
L’antefatto:
Cilàn, a causa delle sue ferie obbligate, mi ha lasciato nelle fauci del Temibile Romtas. E così, da ieri, il mio tempo in ufficio è diventato una vera lotta alla sopravvivenza.
La sostanza:
da 24 ore ne stanno succedendo di tutti i colori. Lui ha le richieste più disparate e strambe e io non ho la minima idea di dove mettere le mani, continuando a fare gaffe e scatenando, dunque, la sua ira. Così vago per gli uffici, chiedendo aiuto agli altri colleghi, qualora qualcuno sappia cosa fare nelle varie situazioni – o anche solo per avere un sorriso di conforto – e invece, continuo ad ottenere consigli approssimativi e imput che si rivelano comunque, alla fine, sbagliati.
Poi, però:
c’è stato un momento particolare, ieri, a fine giornata. Il Temibile mi ha chiamato nel suo ufficio. Sono entrata tremante. E poi, invece, abbiamo discusso di una mia proposta di progetto, presentata qualche tempo fa, e che forse non è così male. Sono uscita dall’ufficio per la prima volta sorridente. Per la prima volta, non mi aveva chiamato solo per denigrare ciò che ho fatto. Certo, ha deciso di convocarmi alle 18 facendomi perdere il treno e qualsiasi speranza di arrivare a casa in tempo per cena, però, insomma, anche se era già notte, anche se ero sfinita, anche se stentavo a credere di essermela davvero cavata, beh, io ieri, quando l’ho salutato, ho iniziato a pensare che una serenità, in questo rapporto, fosse, tutto sommato, possibile.
E così, stamattina:
ringalluzzita dal nostro ultimo confronto e sentendolo già un po’ amico, ho lasciato il timore da parte e mi sono messa all’opera. Gli ho comunicato di avergli fissato nuovi appuntamenti, di avergli messo del materiale sulla scrivania e di aver prenotato la sala per la riunione del pomeriggio. E poi gli ho mandato una mail con gli estremi del suo volo di domani, e una con i contatti del nuovo cliente, e una con la presentazione aggiornata, e una con il resoconto del meeting di ieri, e una con le slide mancanti della presentazione aggiornata, e una con il nuovo orario della riunione, una per informarlo dell’arrivo di un pacco e anche una per confermargli che avrei proceduto a lavorare secondo le sue indicazioni.
E poi anche lui, a un certo punto, mi ha scritto:
“Doduck. Smettila di mandarmi tutte queste email.”
Mannaggia.