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Le ragazze, di solito, profumano di buono

Mi capita – ultimamente sempre più spesso – di sentire gli odori.

E penserete che se sentissi “le voci” sarebbe peggio.

E lo credo anche io. Del resto non è che prima – fino a poco tempo fa – non avessi un olfatto o cosa. Però ecco, ultimamente ci faccio più caso.

Mi spiego.

Quando passeggio – per esempio – e mi passa accanto, anche di fretta, una persona, ne fisso l’odore. E più forte di me. Dev’essere come per quelle specie di animali in grado di sentire gli ultrasuoni. Io non posso fare a meno di farmi bombardare dagli odori. Se mentre sono per strada vedo arrivare, che ne so, una donna, faccio proprio un bel respiro profondo per sentire che odore abbia.

Le ragazze, di solito, profumano di buono. È come se ci fosse una regola non scritta. Chanel? Acqua di rose? Non so, non me ne intendo. So solo che è così e basta. Un odore dolce che si fa più incisivo ma mano che si va avanti con l’età.

E gli uomini, non è vero che gli uomini sanno sempre di dopobarba. Molto più spesso gli uomini, giovani o grandi che siano, sanno di ammorbidente. Fateci caso. Sanno di bucato pulito (almeno prima delle 12). E credo anche di sapere il perché. Perché per la maggior parte degli uomini, in ambito di vestiti, non esistono abbinamenti o altri tipi di scelte se non quella che riguarda la preferenza, ogni mattina, per un indumento pulito (convinti che rimanga tale fino a sera).

Tutto cambia per i fumatori. Che solitamente sanno di fumo appunto, e quando gli passi accanto lo riconosci subito. Però – attenzione – ho scoperto che anche l’odore di fumo si distingue da persona a persona. E non so bene se dipenda dalla marca di sigarette o dal tipo di tabacco. Fatto sta che i fumatori sanno tutti di fumatori, ma non allo stesso modo.

Cilàn di solito ha un odore un po’ amaro. Dev’essere per questo suo essere sempre combattiva. Evidentemente una segretaria non può limitarsi ad avere l’odore dolce delle altre giovani donne. Ultimamente però, due volte al giorno, si spalma sul piede dolente una crema all’eucalipto, così da amaro il suo odore diventa pungente, ma profumato. Le si addice proprio. Romtas, invece, sa di dopobarba, ma per i capi di azienda evidentemente ci sono delle regole a parte. Tutti i capi di azienda devono profumare di dopobarba, non c’è ammorbidente che tenga.

Un’amica di Pilush desiderava diventare commessa per una grande linea di profumerie e così, una volta, l’abbiamo ospitata a casa per qualche giorno perché doveva fare, nella nostra città, un corso di formazione: ore di full immersion tra profumi per imparare a riconoscerli, classificarli e nominarli. Tornava a casa, la sera, con un grande catalogo. Sfogliava le pagine, annusava qua e là e provava a indovinare il nome di questo o quell’odore, in vista del test finale. Già dal primo giorno era perfettamente in grado di riconoscere e descrivere tutto ciò che sentiva.

Mi son sempre chiesta come facesse. Perché, ecco, io di profumi – quelli ufficiali, intendo – non ne capisco nulla. Non so distinguerli, né sceglierli, né nominarli. Le ho detto che uso da anni un profumo al muschio bianco. L’ho scelto una volta. Sa di pulito. Sarei troppo indecisa anche solo per tentare di sceglierne un altro. Lei mi ha risposto che la fragranza che chiamiamo “muschio bianco” in realtà deriva dalla bava di un cetaceo. Io ho cambiato discorso.

Insomma, non conosco i profumi in sé. Ma riconosco gli odori e la persona o il momento in cui li ho sentiti.

Sul marciapiede all’angolo, prima del mio ufficio, per esempio, c’è sempre un forte profumo di sapone. Marsiglia forse? Non lo so. Viene da una grata sul pavimento che dà sul piano inferiore del Grand Hotel de la Ville. Piano in cui, a quanto pare, deve trovarsi la lavanderia dell’albergo con le sue montagne di lenzuola da lavare quotidianamente.

L’ascensore del palazzo, al lavoro, invece, sa sempre di profuma moquette. E io non sarei proprio in grado di dirvi di che fragranza si tratti. Ma so che il profumo è quello e ogni volta che entro non posso aspettarmi altro.

La mia borsa, all’interno, sa sempre di “cucinato”. Di cibo cotto. E qui non potrei proprio dirvi di cosa in particolare, perchè ogni volta mi preparo qualcosa di diverso da portarmi per pranzo. Eppure l’odore della mia borsa è quello e identico a se stesso ogni giorno.

La casa dove abito ha il suo profumo e se ci penso, anche ora che sono in ufficio, mi viene in mente in modo nitido. Così come so perfettamente qual è l’odore della casa dove abitavo prima e di quella dove abitavo prima ancora. Per non parlare di quanto possono essere incisivi gli odori di una macchina.

Ieri sera ha fatto un acquazzone bello potente. Beh, provate a prendere un bel respiro subito prima e subito dopo un acquazzone, sentirete due cose molto diverse.

Mi ricordo il profumo di ciascuna delle mie amiche. Saprei riconoscere a chi di loro appartenga un foulard solo sentendone l’odore da lontano.

A scuola l’odore cambiava di aula in aula. In palestra c’era sempre odore di piedi. Sinceramente? Non l’ho mai ritenuta una vera e propria puzza. Solo un sottofondo che c’è in tutte le palestre e che c’era anche nel deposito scarponi delle piste da sci quando, negli anni della scuola media, andavo in settimana bianca. Un sottofondo sportivo, insomma.

Il mare sa molto più di gomma che di sale. Della gomma dei salvagenti o dei palloni da spiaggia: un odore forte che arriva proprio dritto al naso quando ci si avvicina con il viso per gonfiarli. E sa di creme solari, sempre.

La casa disabitata della mia bisnonna sapeva di chiuso, di umido e di muffa, ma c’è voluto tanto tempo prima che fossi in grado di identificarlo. Per anni, qualsiasi odore di muffa io sentissi in giro, per me era “odore di casa della bisnonna”. Una fragranza unica e, così, molto più apprezzabile.

Un altro dei miei odori preferiti da piccola era quello delle stazioni di rifornimento. Avrei voluto fare la benzinaia da grande, solo per potermene stare tutti i giorni a respirare quell’odore di benzina a pieni polmoni. Poi l’avvento del metano e del gpl hanno modificato profumi e ambizioni future.

Mi rimangono impressi gli odori di tutto, della mia cameretta nuova, da bambina, ché ci erano volute quindici ore, quando è arrivata, per spacchettare ogni pezzo e montare armadio, scrivania e letto a castello coordinati e ci erano voluti due anni poi, perché quel profumo di legno fresco si dileguasse. L’odore delle fotocopie appena fatte, del mercato sotto casa, del tappeto del salotto, dell’ospedale, del phon storico con la polvere dentro, dei miei ex fidanzati, del camino appena acceso, degli scatoloni con gli addobbi di Natale conservati in soffitta, del bosco in autunno, della custodia del sassofono, del pelo del gatto, del sangue appena mi taglio, della frittata che ho bruciato ieri sera, del bosco in primavera.

C’è un odore poi, che più di tutti si insinua di giorno in giorno e rimane fisso nella mia memoria, un odore in grado di farmi capire immediatamente dove mi trovo, un odore capace di risvegliare in me istinti antichi e mai sopiti, un odore chiaro, eloquente ed emblematico.

Tale odore, dai confini così delineati e assolutamente inconfondibile, è l’affascinante e inebriante fragranza del treno regionale delle 18 e di tutto il vissuto dei pendolari che ospita.

Ma, a questo punto, rischierei di diventare ridondante, dunque, mi fermo qui.

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Stagista a tempo pieno. Giura che non se lo meritava.

26 pensieri riguardo “Le ragazze, di solito, profumano di buono

  1. Odori… quelli dell’infanzia sono vivi nella memoria e fanno riflettere xché oggi in effetti non si ritrovano quasi piú se non nella memoria. Io invece rimango sempre colpita dagli odori delle case. Ogni casa ha il suo. Ecco quando vado da mia nonna o a trovare i miei genitori gli odori sono sempre quelli di quando ero bambina…

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  2. ho un’idiosincrasia per i profumi, spesso la gente ne abusa e io finisco per stare male. per me uso solo creme profumate, che rimangono più leggere e deodorante, sempre. le poche volte che ho provato a usare un profumo l’ho abbandonato perché dopo poche ore avrei tirato le testate contro il muro per il mal di testa.
    uno degli odori dell’infanzia che è impresso nella mia mente è quello di mia mamma, un misto di crema per il viso e nicotina, ancora adesso quando le do un bacio tiro un respiro profondo per sentire l’odore di mamma.

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    1. L’odore di mamma, è l’odore di mamma! Per il mal di testa da profumi, invece, l’esperta amica di Pilush mi spiegava che i profumi, quelli “veri”e naturali – non le fragranze ricostruite sinteticamente che sono anche quelle che troviamo più spesso in giro – hanno prezzi più alti ma hanno l’enorme pregio di non provocare mai nausea e mal di testa, anche se mescolati fra loro. E questo era anche il motivo per cui lei, tornando a casa nostra ogni sera e cominciando ad annusare all’impazzata il suo catalogo, riusciva a non perdere la testa! 😉

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      1. per ora anche tra i grandi marchi non ne ho mai trovato uno che non mi portasse alla nausea, l’unica eccezione sono le acque di profumo. però se hai consigli vado a provare! anche io uso solo il muschio bianco (sotto forma di acqua di profumo)

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        1. Purtroppo non saprei farti alcun nome di marca, il suo era un discorso più teorico e immagino che gli effetti facciano comunque eccezione a seconda delle persone. Fossi in te continuerei con l’acqua di profumo al muschio bianco! Per quanto ne capisca io, questo è l’unico consiglio che mi senta di darti! 😛

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  3. http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788830405875

    “Jean-Baptiste Grenouille, nato il 17 luglio 1783 nel luogo più puzzolente di Francia, il Cimetière des Innocents di Parigi, rifiutato dalla madre fin dal momento della nascita, rifiutato dalle balie perché non ha l’odore che dovrebbero avere i neonati, anzi perché «non ha nessun odore», rifiutato dagli istituti religiosi, riesce a sopravvivere a dispetto di tutto e di tutti. E, crescendo, scopre di possedere un dono inestimabile: una prodigiosa capacità di percepire e distinguere gli odori”

    Un thriller ‘da paura’ da non perdere

    sheramaisenzaunagocciadiDiorissimo(mughettoemuschio

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    1. “Profumo” lo conosco bene! Grazie per questa bella citazione, ci sta proprio a puntino! 🙂
      Anzi, vorrei rincarare la dose con una delle mie descrizioni preferite, tratta dallo stesso libro:
      “Al tempo di cui parliamo, nella città regnava un puzzo a stento immaginabile per noi moderni. Le strade puzzano di letame, i cortili interni di orina, le trombe delle scale di legno marcio e di sterco di ratti, le cucine di cavolo andato a male e di grasso di montone; le stanze non areate puzzavano di polvere stantia, le camere da letto di lenzuola bisunte, dell’umido dei piumini e dell’odore pungente e dolciastro dei vasi da notte. Dai camini veniva puzzo di zolfo, dalle concerie veniva il puzzo di solventi, dai macelli puzzo di sangue rappreso. La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati; dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali. Puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c’era puzzo sotto i ponti e nei palazzi. Il contadino puzzava come il prete, l’apprendista come la moglie del maestro, puzzava tutta la nobiltà, perfino il re puzzava, puzzava come un animale feroce, e la regina come una vecchia capra, sia d’estate sia d’inverno. Infatti nel diciottesimo secolo non era stato ancora posto alcun limite all’azione disgregante dei batteri, e così non v’era attività umana, sia costruttiva sia decostruttiva, o manifestazione di vita in ascesa o in declino, che non fosse accompagnata dal puzzo.”

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    1. Immagino che per gli olfatti più sensibili essere bombardati in ogni istante di profumi debba essere faticoso, comunque la naftalina di casse, cassetti e armadi è un altro odore inconfondibile e molto evocativo! Hai ragione!

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      1. Io sono appassionata di profumi, non necessariamente quelli in bottiglia o dei cosmetici (che comunque annuso senza alcuna riserva ogni volta che posso) ma anche e soprattutto di ciò che mi circorda, l’erba tagliata, il fieno, l’aria dopo il temporale, ma anche la persona che ha fritto le patatine prima di uscire, o quella che ha fatto il bagnetto al bimbo e lo ha allattato, si insomma il profumo è qualcosa di davvero complesso e in qualche modo magico….
        anche il tanfo di ascella acida ad orario cena, che se potessi svitarmi il naso e metterlo in borsa lo farei all’istante….

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  4. … ci sono profumi in grado di aprire un cassetto nella testa come poche immagini nella vita… io non uso profumi, in genere… se non acque aromatizzate, che sanno di poco…
    Ogni persona ha il suo odore e questa cosa mi ha sempre affascinata un sacco! 🙂

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  5. Io invece sono un’appassionata di profumi ne ho davvero tanti!! Ma non ho un naso particolarmente sensibile infatti dopo un po’ che li ho addosso non ne distinguo più la fragranza!! Invece l’odore di sudore sul treno e sull’autobus purtroppo non mi fa lo stesso effetto 😥 un saluto a tutti!! 🙂

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