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Di possibili partner e altra brava gente

Non è – davvero – che io non voglia scrivere su questo Blog. È proprio che ogni volta che decido di mettermici gli astri si scombinano e si verificano cataclismi per cui, alla fine, non riesco più a trovare un po’ di tempo, non tanto per scrivere, ma per vivere proprio.

Che poi uno pensa che la vita da ufficio sia tranquilla. Beh, la mia no.

Io, per esempio, in ufficio sto sempre a incontrare gente. Tanta gente.

Fa parte di questo ruolo che mi hanno inventato. Da quando non sono più stagista ma apprendista e da quando hanno deciso che posso essere affiancata dall’Agenzia 3Piedi per tutte le altre cose che facevo prima, hanno anche  pensato di poter aggiungere una nuova mansione al mio oscuro stare qui: quella di Account.

Cosa voglia dire, di preciso, non saprei raccontarvelo al momento. E poi, parliamoci chiaro, non credo dovrebbe interessarvi. Anzi – se potete – state il più lontano possibile da questo incomprensibile mondo aziendale fatto di inglesismi, neologismi, sticazzismi.

Ok. Sto divagando.

Fatto sta che, appunto, essere Account comporta il dover incontrare ogni giorno tanta gente di aziende diverse che potrebbero in qualche modo essere interessate a collaborare con la nostra. Mai nessuno di psicologicamente equilibrato o lontanamente normale, ça va sans dire.

La scorsa settimana, per esempio, mi si è presentata una coppia – marito e moglie – che ha appena fondato una mini start-up che a loro dire diventerà milionaria e vorrebbero dunque diventare subito nostri partner.

“Guardate che per diventare partner dovete investire un triliardo di dollari. Mi spiace.”

“Oh! Che meraviglia! Perfetto!”

“No, forse non è chiaro,…”

“Chiarissimo. Come è chiaro che mettere il nostro logo vicino a quello della vostra azienda farà decollare in un attimo la nostra start-up.”

“Questo l’ho capito. Ma – senza offesa – non mi sembrate gente da un triliardo di dollari e non credo che il capo – sebbene Ridens – sia disposto a farvi un altro prezzo.”

“Bellissimo! Abbiamo già comunicato la notizia su tutti i nostri social!”.

“Ok.”

Oppure la tipa che voleva convincerci a sponsorizzare la rivista di quartiere, in cui scrivono lei, suo cugino e suo nipote, ma che ci avrebbe garantito senz’altro un sacco di pubblicità.

O quando, per presentarmi un’aziendina di provincia, sono arrivati in sette più un bambino, che neanche i Neri Per Caso ai tempi d’oro.

E infine c’è il tizio che ho incontrato oggi. Che ho contattato io per prima – è vero – ma solo perché la sua mi sembrava una bella azienda. E che si è presentato subito con il suo biglietto da visita da amministratore delegato. E con quello da contabile. E con quello da pubblicitario, e con quello da produttore, e con quello da attore, e con quello da ballerino, da cantante, da babysitter:

“Perché sa, signorina Doduck, sono molto duttile. La vostra azienda potrebbe collaborare con me su vari fronti. Le ho già parlato delle mie doti culinarie?

Il prossimoooo!

 

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Autore:

Stagista a tempo pieno. Giura che non se lo meritava.

12 pensieri riguardo “Di possibili partner e altra brava gente

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