Gennaio, primo lunghissimo mese dell’anno, sta per finire.
Vorrei dunque fare un attimo il punto di quanto fin qui successo, e vorrei condividerlo con voi che – non so per quale masochistico motivo – sembrate seguire le mie vicende quasi con interesse. (Il motivo potrebbe, in effetti, avere a che fare con la sfiga stagistica che mi perseguita e, beh, se così fosse: non è carino da parte vostra. Ve lo dico.)
E comunque…
– Capodanno: dopo la splendida trovata di Pilush, il 2018 è iniziato con me chiusa in cucina a mezzanotte e mezza a lavare pile e pile di stoviglie sporche, durante la prima notte dell’anno e per almeno le 48 ore successive, finché gli amici non sono finalmente ripartiti e io ho potuto rilassarmi un attimo, giusto il tempo di realizzare che le vacanze erano ormai agli sgoccioli e che era tempo di cercare un nuovo passaggio Blablacar per il ritorno a Lavorandia.
Promemoria: ricordarsi, in futuro, di utilizzare piatti di plastica, o di optare per il ristorante; ricordarsi, anche, che tra fuoco d’artificio (anche molto innocuo) e collant, queste ultime avranno sempre la peggio.
– Weekend fuori porta: nonostante il brutto colpo della strega di Pilush, siamo riusciti finalmente a sfruttare il regalo di Natale tardivo, partendo sabato mattina verso la natura incontaminata e lo splendido resort che ci avrebbe dovuto accogliere e coccolare per lunghe ore di relax, per poi scoprirlo romanticamente posizionato in cima a un cucuzzolo raggiungibile solo tramite una lunga serie di tornanti, con conseguente devastante mal d’auto per entrambi.
Promemoria: ricordarsi dell’irrequietezza cronica di Pilush che lo porta a non sopportare di stare a mollo nella Spa per più di 3,5 minuti; ricordarsi, inoltre, che smettere di farsi la ceretta a fine estate e cercare di rimediare a gennaio, la sera prima di partire, può essere doloroso.
– Scooter: ormai ogni sera Pilush deve staccare la batteria del suo fedele amico e portarla in casa per ricaricarla artificialmente durante tutta la notte. Questo accanimento terapeutico parrebbe consentirgli di mantenere in vita il vecchio biruote, ma non vorrei esserci quando arriverà la prossima bolletta della luce.
Promemoria: iniziare a valutare se ci sono tariffe ridotte per apprendiste che necessitano di abbonamento ai mezzi.
– Almeran: la mia stagista brasiliana è effettivamente arrivata. È gentile e disponibile, ma ha 50 anni, piccolo dettaglio che Capo Ridens – da sotto il suo malefico ghigno – si era dimenticato di aggiungere. Vista la sua età (abbastanza diversa dalla mia), la sua lingua (parecchio diversa dalla mia), e la sua disponibilità e gentilezza (decisamente diverse dalle mie), con un colpo di coda formidabile l’ho passata, fin dal primo giorno, a Satti che – probabilmente solo per non sfidare il suo karma – l’ha accolta in modo zen nel proprio ufficio. Pur non sapendo assolutamente cosa farle fare.
Promemoria: ricordarsi dell’opzione di scappare ai caraibi e aprire un chiringuito, prima di raggiungere il quindicesimo anno consecutivo di stagismo.
– Trenitalia: dopo il primo istante di euforia per l’estensione della tariffa Young dai 26 ai 30 anni, stanotte – in un raro, quanto improvviso, momento di insonnia – ho avuto la tristissima sensazione che solo una cosa abbia portato Trenitalia a questo (a dir poco inconsueto) passo, e cioè il tragico realizzare che i ragazzi che ieri a trent’anni erano già da considerarsi fatti e finiti, oggi non siano neanche in grado di pagarsi un biglietto del treno a tariffa piena. Una certa pena, oserei aggiungere.
Promemoria: evitare di svegliarsi di notte, improvvisamente, e senza motivo.
– Zia Suora: dopo aver seguito a distanza e telefonicamente le sue vicende da allettata per tutto il periodo delle feste natalizie, sono rientrata a Lavorandia, affranta all’idea di trovarla ormai sfinita e senza forze per l’insistente cura a base di minestra di Suor Evelina. Enorme è stato lo stupore e la gioia quando, alla mia prima visita del 2018, mi ha accolta arzilla, su due piedi (deambulatore escluso, s’intende) e con le tasche piene di dolciumi tenuti da parte per me durante la convalescenza.
Promemoria: mai sottovalutare il potere divino.
Delizioso! Al quindicesimo anno di stage, potresti decidere di diventare scrittrice! Che ne dici?
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Ahah, se continuo così, al quindicesimo anno di stage avrò già scritto cinque trilogie, e il volume “Memorie di una stagista” che, a quel punto, non potrà che essere pubblicato post-mortem 😀
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Scappa prima!
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😬😵🏃
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Ai prossimi imprevisti tieni sempre in tasca un dolciume della zia suora, potrebbe fare davvero miracoli 😉
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Ottima idea! 😉
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Non si sa mai 😁
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🙂
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L’ironia sociale devastante nel senso , ma delicata nei modi è una ricchezza , continua così
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Grazie Gianni 🙃
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La riflessione su Trenitalia è tristemente interessante…
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Mannaggia 😦
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Sei molto simpatica!
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Grazie Paola, lo inserisco nel cv 😉
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Ottima idea 🙂
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😀
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ma gli imprevisti sono il sale delle nostre esistenze. Vuoi renderle insipide con loa monotonia delle cose normali.
Un po’ di verve e su col morale. febbraio è alle porte.
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Anche nei riassunti, lo stile è splendido. Personalmente, ti seguo perché mi sono affezionato a questo blog e a questo modo di raccontare… che dici, sono bravino? 😉
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bravissimo! 😀
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Grazie mille 😀
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😉
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