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Tecniche stagistiche di sopravvivenza

“Ehi, Puad, com’è quel verbo che significa “dire qualcosa fortemente“?”

“Non saprei, Doduck. Spiegati meglio.”

“Ma sì, dai Puad. Un sinonimo di sostenere. Ma un po’ più forte. Ce l’ho sulla punta della lingua.”

Proporre?”

“No, Puad, più forte di sostenere, e un po’ più negativo, direi, quasi un’accusa.

“Uhm, insinuare?”

“Ma certo, insinuare! È proprio quello a cui mi riferivo! Grazie Puad!”

“Aspetta un attimo, Doduck. Che stai combinando?”

“Mah, niente, Paud. Sto scrivendo una email.”

“Che genere di email?”

Una email per tutelarmi.Continua a leggere “Tecniche stagistiche di sopravvivenza”

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L’ammiratore segreto

Stamattina Satti ha ricevuto un pacco a sorpresa. Uno scatolone piombato in ufficio senza mittente e contenente un dono pensato senz’ombra di dubbio per lei.

Ha immediatamente capito si trattasse di un ammiratore segreto.

Piuttosto romantico, se consideriamo che fra due giorni sarà San Valentino.

Di qualcuno che l’ha studiata a lungo – per di più – e che deve tenerci particolarmente alla sua felicità dato che ha deciso di acquistarle un oggetto che rispecchia perfettamente i suoi gusti: uno zainetto a fantasia floreale.

Sì, ma chi?

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Strategie aziendali

“Allora, Doduck, sei pronta? Fra poco dobbiamo incontrare la cattivissima boss dei boss della superaziendatostissimachenonsganciauneuro“.

“Ok, Capo Ridens, ma non mi ha ancora detto perché,…”

“Come no? Doduck, dobbiamo scucirgli una sponsorizzazione, te l’ho spiegato ieri.”

“Sì, ma non mi ha detto perché devo esserci anch’io, non capisco.”

“Perché la boss dei boss è cattivissima.”

“Sì, questo l’ha già detto…”

“Ho già provato più e più volte a chiudere questo accordo ma lei continua a rimandare.”

“Ah.”

“Ho come l’impressione che abbia deciso di non voler avere proprio nulla a che fare con noi.”

“E quindi?”

E quindi ho pensato che sarai tu a occupartene d’ora in poi. Oggi te la presento e poi te la vedi tu.” Continua a leggere “Strategie aziendali”

Riflessioni

Oggi a pranzo ho aperto una lattina di zuppa ai legumi. Brutta. La lattina intendo, e anche la zuppa che c’era dentro. È uscita dalla latta in modo compatto, nel suo colore marroncino, e con un sonoro plof. Mi trovavo in bagno, al momento dell’apertura, perché è nell’armadietto del bagno che teniamo i piatti puliti, qui, all’Azienda Ridens. E quell’accostamento di marrone-bagno-plof non è stato – come dire – dei migliori. Ecco. Poi ho raggiunto i colleghi, con il mio piatto di zuppa brutto e grumoso, nella sala che utilizziamo come mensa ma che mensa non è, e ho infilato quel piatto marroncino e compatto nel microonde sperando che lì si scompattasse. Il piatto è uscito dal forno più compatto e marroncino e grumoso di prima e ho mangiato quell’ammasso informe deglutendo a fatica di fronte allo sguardo compassionevole dei colleghi, sguardo che faceva capolino da dietro i loro panini ben farciti e attraverso le loro ciotole piene di leccornie. Quella zuppa di legumi marroncina e compatta mi ha fornito un mal di pancia intenso e persistente, come solo le zuppe scadenti di legumi comprate in latta al discount sono in grado di fare. E il mal di pancia dura da pranzo fino a ora che è sera. Ed è anche che se penso alla cena non trovo nulla di meglio da preparare, che io abbia in dispensa, rispetto alla zuppa marroncina e maleodorante di oggi. E allora il mal di pancia aumenta. E ho pensato che non è un caso che io mi sia ritrovata con questo piatto dal plof facile proprio oggi che è lunedì e che è febbraio, perché – senza nulla togliere agli Acquario, e neanche ai Pesci, per carità – sarete d’accordo con me che tutti i lunedì, e quelli di febbraio soprattutto, sono insopportabili, tediosi, uggiosi, interminabili, antipatici, brutti e cattivi. Sì, insomma, fanno cagare proprio. Plof.