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Sogni di gloria

“Pronto Puad, come stai? Come vanno le cose all’Azienda Ridens?”

“Ehi, Doduck! Che bello sentirti! Qui va tutto benone, siamo pieni di lavoro ma ce la caviamo.”

“Mi spiace, so che Capo Ridens ha appioppato a te anche tutta la mia parte.”

“Oh sì, ma non preoccuparti.”

“Mi preoccupo, invece. Quello che ti ha fatto non è giusto!”

“Cosa intendi?”

“Beh, la sostituzione di maternità di solito non significa far fare a qualcun altro il doppio del lavoro, ma assumere un sostituto, per l’appunto.”

Dici?

“Dico.”

“Beh, sì, forse hai ragione. Ma va bene così, figurati.”

“Solo perché sei uno stagista.”

“Mah, sì, Doduck, cosa vuoi che sia…”

“Eh no, dovresti proprio ribellarti, caro Puad, scusa se te lo dico.”

“Uhm…”

“Lottare per la dignità tua e di tutta la categoria.

“Dici?”

“Dico. Dovresti farti valere. Dovresti cercare un modo per farti apprezzare, come lavoratore, e come persona, prima di tutto. Da Capo Ridens e da tutti i colleghi. Non so se mi spiego…”

“Sì, Doduck. È che in realtà una mezza idea io l’avevo anche avuta.

“Un’idea?”

“Sì, per farmi notare da tutti. E lodare, anche.”

“Ma?”

“Ma poi tu, nell’ultimo mese, non sei più passata a trovarci.”

“Lo so, Puad, ma con il pancione e tutto, non era facile passare di lì. E poi scusa, questo cosa c’entra con la tua idea?”

“C’entra Doduck. Pensavo che sarebbe stato l’ideale.”

“Che cosa?”

“Sarebbe stato l’ideale se tu fossi passata a trovarci al nono mese di gravidanza e durante una delle tue visite qui, ti si fossero rotte le acque.

“Ah beh, certo.”

“Certo, Doduck. Allora io avrei preso in mano la situazione.”

“E che avresti fatto, scusa?”

“Beh, non so di preciso. Credo ti avrei fatto sdraiare nello sgabuzzino della fotocopiatrice e poi avrei iniziato a urlare quello che si urla durante il partoPortatemi delle pezze! Fate bollire dell’acqua! Bisturi! – cose di questo tipo.”

“Sì, non è che funzioni proprio così, eh? Almeno da una cinquantina d’anni a questa parte.”

“Poi ti avrei detto spinga signora, spinga! e avrei tirato fuori la bambina.

“Ah, ecco.”

“E da quel giorno sarei inevitabilmente diventato l’eroe dell’Azienda Ridens.”

“Chiaro.”

“Ma poi tu non sei più passata a trovarci, e quindi niente.”

“Oh, mi spiace Puad. Se avessi saputo di questo tuo piano sarei sicuramente capitata più spesso.

“Va beh, Doduck, non importa.”

“No?”

“No, Doduck. Noi stagisti sappiamo attendere con pazienza un momento di gloria.”

 

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Autore:

Stagista a tempo pieno. Giura che non se lo meritava.

25 pensieri riguardo “Sogni di gloria

  1. …e gli asciugamani, dove li mettiamo? ci devono essere in un bel parto improvvisato che si rispetti! io penso che ti avrebbe portato non in uno sgabuzzino, ma nei cessi, per avere l’acqua corrente sotto mano. pensa tu che bel divertimento partorire buttata per terra, col pavimento lercio, mentre la gente va e viene per pisciare e fare popò (perché non si può mica chiudere tutto il bagno solo per un parto, no?)… e poi se il bambino non veniva fuori, per aiutarti, ti si sarebbe seduto sulla pancia… tu penserai che esagero ma cose così sono avvenute sul serio, chiedi a mia madre (per quanto riguarda la parte del sedersi sulla pancia, non del cesso)…
    ma ci pensi che hai sovreccitato la sua sensibile immaginazione in cui lui finiva per fare l’eroe? roba che una vorrebbe solo fare il suo bambino… mentre la gente intorno ti pensa in modi strani che non ti saresti mai creduta… 😉

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