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Punti di vista

“Doduck.”

“Pilush…?”

“Stavo ragionando sulle nostre giornate…”

“Ah. E?”

“Io porto Ciotti al nido ogni mattina, la lavo, la vesto, e usciamo di buon’ora.”

“Lo so, esco a quell’ora anch’io per andare in ufficio, ricordi?

“L’inserimento sembra anche procedere bene, non si agita più di tanto.”

“So anche questo, ho parlato con la maestra.”

“Giusto un po’ se le viene sonno a metà mattinata, poi tutto ok.”

“Eggià. Alla grande, direi!”

“Allora io la lascio in aula, passo al bar per un caffè e poi al mercato lì accanto per frutta e verdura.”

“Ottimo aver trovato della frutta e verdura così buona, proprio accanto al nido. Non credi?”

“E poi lavoro un po’ al pc, torno a prendere la bimba a fine mattinata e ce ne andiamo a casa. Sistemo la spesa e preparo il pranzo. E la intrattengo aspettando che rientri la mamma…”

“E appena mi vede entrare in casa mi fa un sacco di feste! Che amore!”

“E dopo pranzo mi rimetto a lavorare al pc.”

“Già, e io me la spasso tutto il pomeriggio a suon di Zecchino d’oro. Ormai le so tutte! Eheh.”

“Sì. Così fino a sera.”

“Ah beh, no, intervalliamo anche con qualche filastrocca, cosa credi!”

“E poi prepariamo la pappa per Ciotti, e la nostra cena, e mandiamo una o due lavatrici, e la lavastoviglie. Altre canzoncine, pigiamino, canzoncine, bimba a nanna.”

“E finalmente noi ci rilassiamo!”

“Sì, facendo zapping alla tv e iniziando a vedere cose che puntualmente non riusciamo a finire.”

“E ragionando ogni sera su un gusto di tisana diverso per poi prepararci sempre…”

“Sempre la stessa.”

Eheheh.

“E alle 23.05 crolliamo dal sonno, ci infiliamo sotto le coperte e buonanotte.”

“Seh, magari. A quel punto io devo ancora fare i conti con te che russi e con Ciotti che cerca ripetutamente la tetta nel dormiveglia.”

“Già.”

“A quanto pare per la mamma non sono previste nottate di sonno, ma va beh, fa parte del gioco! È quasi divertente districarmi fra voi due, sai?”

“Sì. E poi la mattina dopo si riparte, e così il giorno seguente.”

“Teniamo un bel ritmo, devi ammetterlo.”

“Già.”

“Mi sembra proprio che in questa nuova vita da genitori ce la stiamo cavando alla grande, non credi?”

“A dire il vero…”

“Sì?”

“A me sembra che questa nuova vita da genitori ci abbia trasformati in due sessantenni.”

 

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Cara Trenitalia, ascolta a mammà!

Cara Trenitalia,

era effettivamente da un po’ di tempo che non sentivo più la necessità di scriverti una delle mie lettere.

E tu avrai pensato fosse tutto finito fra noi, ché ormai che sono diventata mamma mi fossi messa l’anima in pace. Che avessi smesso con queste pretese da giovane pendolare spensierata. Che, anzi, mi mancasse il tempo e la voglia per far polemica.

Ebbene, pensavi male: eccomi qui.

È vero, diventando mamma cambiano tante cose. In parte anche il modo di viaggiare. Ho smesso, per esempio – lo capirai – di prenotare viaggi su Blablacar.

Ho preso invece, molto più spesso, a fare lunghe traversate dell’Italia in macchina – io, Pilush e Ciotti da soli – macinando infiniti km di autostrada, di giorno e di notte, per interminabili ore, allungate anche dalla necessità di fare un numero indefinito di soste per poppate/pipì/rifornimenti/cambi/fame/pianti.

Poi, a un certo punto, ho pensato che – perché no – avrei potuto darti una chance e anzi, cercare di ricostruire il nostro rapporto messo più volte a dura prova, sfidandoti su una nuova e ostica materia: viaggio in treno con neonata. Continua a leggere “Cara Trenitalia, ascolta a mammà!”