“Ehi, Doduck.”
“Ehi, Pilush.”
“Questa casa mi piace un sacco!”
“Bene, mi fa piacere.”
“Anche questo posto, mi piace un sacco.”
“Sì, è un bel posto.”
“E queste giornate…”
“Sì?”
“Mi piacciono proprio!”
“Mah.”
“Mah, che?”
“Mah. Non è la prima volta che veniamo a casa dei miei, e non avevi mai dimostrato tutto questo entusiasmo.”
“Che c’entra, Doduck! Stavolta è diverso.”
“Perché mai?”
“Le altre volte arrivavo qui in campagna a inizio weekend, da vero cittadino passavo la maggior parte del tempo chiuso in camera a lavorare al pc, alternavo il lavoro a delle mangiate pantagrueliche e poi ripartivamo per Lavorandia, in fretta, un po’ frastornato e decisamente appesantito.”
“Ah, ecco. E stavolta?”
“Stavolta mi sveglio all’alba e lavoro duramente la terra.”
“Ah, chiaro.”
“Tua mamma mi ha messo ad arare e fare solchi.”
“Sa sempre come sottomettere qualcuno!”
“E poi abbiamo piantato fave e pomodori.”
“Addirittura.”
“Ho sistemato ogni piantina, l’ho annaffiata e accudita!”
“Mi fa piacere.”
“Un duro lavoro, soprattutto se sommato a quello dei giorni scorsi in cui ho tagliato tutta l’erba del giardino e ripulito ogni angolo con il decespugliatore. E ho anche scavato buche, ammucchiato legna, raccolto asparagi, riparato staccionate…”
“Ti manca solo di spalare letame!”
“Non che non mi manca! Come pensi che vada avanti il nostro orto?”
“Orto?”
“Te l’ho detto. Abbiamo piantato fave e pomodori…”
“Oh beh, non credevo fosse sufficiente a parlare di orto.”
“Certo che lo è! Mi sembra un orto in piena regola.”
“Se lo dici tu.”
“Oh, che meraviglia, Doduck, te l’ho già detto che mi piace molto qui?”
“Quindi finché la mamma ti teneva a far niente e all’ingrasso la cosa ti piaceva così così, e ora che ti ha messo sotto e senza cibo…”
“No, mi dà ancora un sacco di cibo, ma lo smaltisco tutto con il mio lavoro!”
“Ora che ti ha messo sotto, pur continuando a rimpinzarti, ti piace molto di più?”
“Esatto.”
“È masochismo, il tuo, Pilush?”
“No, Doduck. È vero spirito contadino!”