Pubblicato in: Istanze, Portfolio

Cinquantacinquesimo giorno di prigionia.

Per il momento basta contagi, basta terapia intensiva, basta pandemia.

La vera questione su cui il Paese è in subbuglio oggi è una e una soltanto: pare che Striscia la notizia, noto programma satirico, abbia – tramite la voce di Michelle Hunziker – insultato la giornalista Giovanna Botteri, inviata del TG1, per il look poco curato con cui si presenta quotidianamente durante le sue dirette da Pechino.

Cara Michelle, mannaggia.

Tu mi sei anche simpatica, se devo dirla tutta. Non so, mi metti allegria! E in più immagino pure che qualsiasi cosa tu abbia detto non dev’essere certo farina del tuo sacco. Sì, insomma, esistono fior fior di autori e di stagisti degli autori della redazione di Striscia che, per ruolo, si saranno occupati del tuo copione producendo il servizio dello scandalo che tu ti sei ritrovata fra le mani, un po’ per caso, e che ora starai maledicendo dalla tua terrazza bergamasca.

E Striscia è anche il programma che ha lanciato in Italia il concetto di Veline per come le intendiamo attualmente, voglio dire, di che ci stupiamo?

Michelle, non è il servizio ironico o meno, davvero. È che proprio non se ne può più di certi scivoloni, nel 2020, non sappiamo più come dirlo. Che già dobbiamo lottare contro il mondo, contro la storia, e contro la percezione comune, per difendere quote rosa negli organi decisionali, per non essere relegate in casa con il ruolo primario di madri e donne, per non essere considerate carne da macello se osiamo viaggiare da sole o semplicemente tornare a casa la sera senza accompagnatore. Non possiamo – a tutto questo – aggiungere il fastidio di donne che umiliano donne, o che si alzano a paladine di altre donne, e un attimo dopo cascano nuovamente nell’insulto.

Voglio dire, se tu ci parli spesso del tuo impegno quotidiano contro la violenza di genere, e poi caschi su questa buccia di banana, è un attimo che diventa tutto ridicolo e ci incazziamo, capisci?

Sì, insomma. Basta, dai. Dovremmo, ormai tutti, donne e uomini, su certe cose allearci con coerenza, non ridicolizzarci alla prima occasione, o farci la guerra!

Non ne abbiamo già parecchi, di casini, con cui avere a che fare?

È anche vero, però, cara Michelle, che seguendo questa vicenda non ho potuto far altro che notare una cosa, e ora mi rivolgo a tutte le altre e gli altri che stanno prendendo la parola in queste ore. A tutte quante, e quanti, per difendere la Botteri, ti stanno dando dell’oca bionda, dicendo che stai lì solo perché moglie di, o che hai avuto successo nella vita solo per il tuo bel viso, o grazie al tuo di dietro, ancora più telegenico. 

Non vi sembra facile sessismo da tastiera anche questo?

Non credete che il confine fra battuta e body shaming possa essere davvero sottile e che forse in molti dovremmo farci un esame di coscienza?

Come i commenti sulle sportive con quei muscoli da uomo. O sulle influencer troppo magre. O su uomini troppo curati. O su persone in carne che osano mettersi i leggins. Ma davvero ancora, nel 2020, ci sono indumenti che per l’opinione pubblica si possono o non si possono indossare? Eddai!

Mannaggia Michelle, proprio non se ne esce!

Io la butto lì: facciamo che smettiamo proprio di pronunciarci sugli altri? Anche quando crediamo di non star dicendo nulla di male, anche quando pensiamo di essere simpatici. Facciamo che evitiamo comunque? Così, per non sbagliare.

Facciamo che d’ora in poi valutazioni e giudizi li diamo solo ognuno sul proprio conto?

Io, per esempio – parlando per me – devo ammettere che, da quando sono chiusa forzatamente in casa, mi lavo quando ho voglia e non mi depilo più. E vorrei che il motivo fosse l’essere troppo indaffarata a informare il mondo con dirette intercontinentali, come immagino sia per l’ottima Giovanna, ma la verità è un’altra.

La verità è solo che non me ne frega proprio niente.

 

 

Peanuts 2015 gennaio 23 - Il Post