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Reciproco soccorso fra stagisti solitari

Da qualche giorno Pilush se n’è andato a 500 km da casa per un importantissimo lavoro improrogabile pre-vacanze, molti colleghi dell’Azienda Ridens sono partiti per ferie anticipate, viaggi intercontinentali, varie ed eventuali e Lavorandia, in generale, si è progressivamente svuotata rimanendo terra di un’unica categoria di persone: gli stagisti sfigati che non vedranno il mare prima di metà agosto.

Tra le prime linee di questa categoria di persone figuriamo, ovviamente, io e il povero Puad che, stoici, teniamo duro seduti alla nostra scrivania, incuranti dell’afa, della stanchezza e delle foto social di gente che sorseggia drink, su isole lontane.

L’essere rimasti soli in città comporta, per me e Puad, conseguenze diverse, derivanti da nostre diverse caratteristiche psico-fisiche. A me, per esempio – donna incinta, pigra e complicata – questa solitudine forzata regala momenti di estrema gioia dati dalla prospettiva di poter andare a dormire alle 21 o mangiarmi da sola tutti i gelati del congelatore, alternati a momenti di totale noia, accidia, ansia, dati da un pessimismo cosmico persistente e dal fatto di essere costretta a muovermi a piedi, vista la mancanza di un’auto e il divieto assoluto di salire su biciclette, motorini e qualsiasi altro mezzo di locomozione autonomo e vagamente pericoloso.

A Puad, invece, la condizione da scapolo allegro mentre la fidanzata è in vacanza regala esclusivamente libertà, spensieratezza, svago e un unico e solo risvolto negativo: scatolette e surgelati ogni giorno, grazie alla sua nota incapacità in cucina. Continua a leggere “Reciproco soccorso fra stagisti solitari”

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Dilemmi genitoriali

“Ehi Doduck, io credo dovremmo cambiare casa.”

“Un attimo, Pilush. Cos’ha questa che non va? Ci è sempre piaciuta un sacco questa casetta…”

“Lo so, Doduck. Ma sono 60 mq, c’è solo una camera da letto e neanche uno sgabuzzino!

“Uhm.”

“Io non credo ci staremo ancora, quando arriverà il bambino.”

“Ok Pilush, ma io non credo riusciremo a trovare una nuova casa e a organizzare un trasloco, prima che arrivi il bambino. Mancano meno di sei mesi!”

“Uhm.”

“E poi penso che, almeno per il primo anno di vita, non gli servirà chissà quanto spazio, potrà dormire con noi.”

“Forse hai ragione.”

“Anche se,…”

“Anche se?” Continua a leggere “Dilemmi genitoriali”

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50 sfumature di rosso

All’Azienda Ridens nessuno sospettava niente. Della gravidanza, dico. Un po’ perché, in effetti, è ancora presto perché si intraveda qualcosa. Un po’ perché – ve l’ho detto – questi ultimi sono stati giorni frenetici fatti di chiusure di bilanci, di riunioni di fine anno, di cene di inizio estate, di clienti che vanno e che vengono, di caldo, stanchezza, zanzare e pensieri per la testa che ti portano lontano anni luce, solitamente su una spiaggia deserta a sorseggiare un drink.

E anche io, a dire la verità, mi guardavo bene dal dirlo o dal farlo capire in qualche modo. E non tanto per non attirare attenzione o per non affrontare il discorso con Capo Ridens che – poverino – potrebbe non prendere benissimo questa mia scelta a dir poco incresciosa per l’azienda.

No, dicevo, io temporeggiavo più che altro perché qualsiasi credenza popolare vagamente ricordata, pagina Google consultata o app per cellulare installata sconsiglia, da sempre e a gran voce, di rendere pubblica la notizia prima del compimento del terzo mese di gravidanza, pena una sorte tremenda per la futura mamma, il nascituro e tutta la dinastia.

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