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Sessantasettesimo giorno di prigionia.

“Pilush,..?”

“Uhm…”

“Pilush, stai dormendo?”

“Uhm…”

“Eddai, Pilush, da quando hai preso a seguire questi orari da campagnolo non ci incontriamo più…”

“Eh?”

“Ma sì, giochi a fare il contadino, ti alzi ogni giorno all’alba per costruire il tuo pollaio e poi la sera sei da buttare. Uffa!”

“No, no, ci sono.”

“E io che lavoro al pc tutto il giorno, e penso a Ciotti, e alle colleghe pazze, e a tutto il resto, quando posso fare due chiacchiere con te se non dopo cena?”

“Dimmi, Doduck, ho detto che ci sono. Devi raccontarmi qualcosa?”

“Stamattina, insieme alla collega Sisch, ho presentato il nuovo progetto a quel cliente diffidentissimo di cui ti accennavo. Alla fine è andata piuttosto bene, cioè, non lo so, non c’è ancora una firma ufficiale ma dalla webcam mi sembrava di intravedere una faccia soddisfatta. Insomma, dai.”

“Bene.”

“Bene, anche se Satti e Sisch sono sempre più in burrasca. Continuano a litigare e litigare e non se ne viene a capo.”

“Uhm.”

“A proposito di capo, prima ho scritto a Capo Ridens chiedendogli come la vedesse. La situazione fra queste due, intendo. E se potessimo risolverla in qualche modo. Figurati, non mi ha neanche risposto.”

“MMmm..”

“Ah! E Ciotti! Sì, Ciotti, oggi mi sembrava stanca di giocare sempre con gli stessi giocattoli allora ho pensato di inventarmi qualcosa di diverso, però non è facile quando sei chiuso in casa da mesi, e alla fine? Alla fine l’illuminazione! Sai che qui a casa della Doduck Mamma abbiamo una soffitta? No, forse non lo sai, non puoi mica sapere tutto. Beh, qui nel sottotetto della casa della Doduck Mamma abbiamo una piccola soffitta molto disordinata in cui teniamo le classiche cose che si tengono in soffitta, addobbi di Natale, vestiti di carnevale, la tenda da campeggio, la piscina gonfiabile. Beh, mi è venuto in mente che sarei potuta andare a dare un’occhiata per vedere se ci fosse qualcosa con cui potesse giocare Ciotti. E così ho fatto! Mi sono avventurata fra quelle ragnatele e ho effettivamente trovato uno scatolone di giocattoli che non vedevo da almeno una ventina d’anni. Ma che la Doduck Mamma non butti via niente è risaputo. E allora li ho portati giù, li ho spolverati uno a uno e proposti alla bimba, dagli animaletti di gomma, ai cartoncini del memory, ai cubi da impilare, alle palline colorate, e lei li ha scrutati e esaminati tutti, da cima a fondo, e alla fine ha scoperto un bambolotto a cui io stessa ero molto affezionata da piccola e niente, le si è appiccicata e se l’è portato girando per tutto il giardino, stringendolo fra le braccia e sorridendo con quel suo sorriso sdentato come se fosse la cosa più bella del mond…Pilush? Ci sei ancora?”

“Uhm? ehm? Sì, mmm…”

“Cosa ho detto?”

“Ehm, uhm, Ciotti, bambolotto.”

, il bambolotto, anche se ti dirò, non le è dispiaciuto neanche l’elefantino a carillon, sai che ha un debole per melodie e musichette. Figurati che costringe la nonna a farle sentire la stessa canzone per dieci, quindici volte di fila. E la nonna le sta appresso, capirai. Che le nonne sembrano essere state create apposta per stare appresso alle nipotine insistenti. Pensa che a volte riesce a coinvolgere anche il nonno, e le sta in qualche modo dietro pure lui, anche se un po’ così, lo capisci. E io invece, io la crederei matta e a volte perderei quasi la pazienza, se non fosse che è davvero così adorabile. Dolcissima e adorabile! Pilush? Mi senti?”

“Uhuhm…”

“Cosa ho detto?!”

“Ehm, adorabilissima..”

“Chi?”

Chi. Chi? Satti, la collega.”

“Eddai, Pilush!!”

“Chi. Uhm. Mmm..'”

“Mannaggia.”

 

Autore:

Stagista a tempo pieno. Giura che non se lo meritava.

3 pensieri riguardo “Sessantasettesimo giorno di prigionia.

  1. quando si lavora tanto durante il giorno poi alla sera si crolla, è bello vedere come la tua bimba si affezioni alle cose che in qualche modo ti avevano colpito anche a te. Il tuo dna le ha trasmesso anche queste ancestrali sensazioni.
    Buon wek end…

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