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Trentacinquesimo giorno di prigionia.

Ciotti adora fare il bagnetto.

Certo, nella nostra mini mansarda di Lavorandia lo spazio ristretto non consente di avere nulla di più ampio di una bagnarola che appoggiamo sul piatto della doccia. Quello che chiamiamo bagnetto è dunque, solitamente, un rapido ammollo, un bagnasciuga, una pucciata e via.

Eppure, per l’allegra bimbetta, è il momento più atteso della settimana. A volte se ne ricorda in momenti non sospetti, durante una giornata qualunque. Allora recupera la sua amica paperella e si piazza davanti al vetro della doccia, scrutando l’interno e cercando di attirare la nostra attenzione, prendendo a fare insistentemente qua qua.

Potete dunque immaginare la gioia incontenibile dell’aver trovato – nella casa in campagna della nonna che ci ospita in questi giorni – un bagno con una grande vasca per bagnetti memorabili.

Così, oggi pomeriggio, abbiamo scaldato l’ambiente con la vecchia stufetta elettrica che da anni vive nel bagno dei nonni, abbiamo recuperato paperella e animaletti di gomma, abbiamo aggiunto un bel po’ di acqua tiepida e della schiuma profumata che ha riempito di bolle la stanza, abbiamo preparato accappatoio e vestitini puliti sulla sedia, abbiamo perfino messo un po’ di musica.

Poi abbiamo immerso la sdentata Ciotti che, con gli occhietti che le brillavano per la gioia, ha iniziato a sguazzare e schizzare e fare degli urletti pure, e canticchiare, e schizzare ancora. Almeno per 4 minuti e mezzo.

Dopo di che si è stancata. Ed è scoppiata in lacrime facendoci capire di voler essere tirata fuori subito ché basta così, mamma e papà, abbiamo giocato, siete stati simpatici, ma ora portatemi subito a fare merenda!

Al ché Pilush l’ha presa, asciugata, vestita e insieme sono scesi al piano di sotto in cerca di biscotti.

E beh, mettetevi, a quel punto, nei miei panni. Quella inusuale solitudine e quiete, e il tepore di quella stanza, e il profumo di bagnoschiuma, e quell’acqua calda ingiustamente rifiutata, e tutti quegli animaletti crudelmente abbandonati a se stessi, e le bolle, tutte quelle bolle! E pure la musica già avviata…

Insomma – figuratevi – fosse stato per me non l’avrei fatto di certo. Lo capirete. Ma potevo davvero, dopo tutti i preparativi, deludere le aspettative dell’amica paperella? No, non credo.

Saranno stati dieci anni che non mi facevo un bel bagno.

Ma va beh, in quarantena siamo tutti costretti a rivedere un po’ le nostre abitudini.

 

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Strategie aziendali

“Allora, Doduck, sei pronta? Fra poco dobbiamo incontrare la cattivissima boss dei boss della superaziendatostissimachenonsganciauneuro“.

“Ok, Capo Ridens, ma non mi ha ancora detto perché,…”

“Come no? Doduck, dobbiamo scucirgli una sponsorizzazione, te l’ho spiegato ieri.”

“Sì, ma non mi ha detto perché devo esserci anch’io, non capisco.”

“Perché la boss dei boss è cattivissima.”

“Sì, questo l’ha già detto…”

“Ho già provato più e più volte a chiudere questo accordo ma lei continua a rimandare.”

“Ah.”

“Ho come l’impressione che abbia deciso di non voler avere proprio nulla a che fare con noi.”

“E quindi?”

E quindi ho pensato che sarai tu a occupartene d’ora in poi. Oggi te la presento e poi te la vedi tu.” Continua a leggere “Strategie aziendali”

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Pensa a tutto lui.

“Pronto, Doduck? Allora, confermato, arriviamo lì da te il 31, saremo in dieci.”

“Ehi, pronto Pilush, aspetta. Come, il 31? In dieci? Dove?”

“Ma sì, Doduck, te ne avevo parlato il mese scorso. Mi sembrava fossi d’accordo all’idea di passare il capodanno a casa tua in campagna, con i miei amici.”

“Ma, Pilush, ne avremo parlato per sbaglio chissà quando. Poi tu sei partito per il mondo e…”

“Beh, ma ora sono tornato. Sarà una grande festa! Ho già pensato a tutto io.

“No, Pilush, un attimo. Qui a casa ci sono già i miei, ceneranno in sala con i loro amici.”

“Bello! Più siamo, più ci divertiamo!”

“No, temo tu non abbia capito. Loro saranno già un sacco di persone, non posso aggiungere altri dieci invitati, non credi?”

“Ah.”

“Dobbiamo trovare un’alternativa”

“Hai ragione, Doduck.”

“Devi chiamare subito i tuoi amici e dire che purtroppo…”

“Purtroppo… faremo il cenone nel seminterrato!

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“Ridatemi tutto!”

Oggi è successa una cosa che ha dell’incredibile.

Si tratta di Puad, il cicciottoso stagista che allieta le nostre giornate e che all’ora di pranzo, come di consueto, si è avviato a casa in macchina per consumare in solitaria il solito pacco di Tortellini Rana.

È salito nel suo appartamento per non più di mezz’ora, lo giura. Il tempo di mangiare rapido e guardare al massimo una puntata di cartoni animati. Fatto sta che appena ridisceso in strada si è accorto di essere stato vittima di un tremendo quanto rapidissimo furto: Continua a leggere ““Ridatemi tutto!””

“Bevi la coca cola che ti fa bene.”

Ieri sera sono stata al concerto di una cover band nazionale.
Premetto che io, del cantante in questione, devo essermi persa gli ultimi vent’anni di successi. Sono ferma al suo pezzo di esordio e per me tutta la sua opera magna avrebbe potuto concludersi con quella canzone.

Il resto è l’inferno.

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