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Diciassettesimo giorno di prigionia.

Alcuni di voi ricorderanno forse la zia Suora, simpatica e arzilla parente ultranovantenne che – per alcuni giri che fa a volte la vita – ho conosciuto e iniziato a frequentare solo dopo essere arrivata a Lavorandia.

Beh, la zia suora ci ha lasciato qualche mese fa.

Il primo novembre dell’anno scorso, per essere precisi, giorno dedicato a Tutti i Santi. Che a volerlo fare apposta, oh! Si vede che aveva le giuste conoscenze…

Al suo funerale c’eravamo solo io, Pilush, Ciotti e una quindicina di sorelle coetanee che hanno pregato, cantato e fatto battute su quanto le avesse fregate tutte raggiungendo per prima la tanto agognata luce divina.

Tra queste non mancava, ovviamente, la Madre Superiora dell’istituto, la quale, prima di congedarmi, ha voluto che ci scambiassimo il numero di cellulare per rimanere in contatto, di tanto in tanto.

Mannaggia.

Sono esattamente cinque mesi che la Santa Madre Beatissima Reverendissima usa il numero della sottoscritta come uno dei dodici a cui “inviare questo messaggio per non finire all’inferno”, uno degli otto a cui “inoltrare questa foto per rendere omaggio alla Vergine Maria”, uno dei quindici a cui “mandare questa preghiera per accedere al regno dei cieli”.

Che, per carità, come iniziativa poteva anche essere apprezzata, figuriamoci. Nessuno preferirebbe passare la vita a sciorinare tutte quelle Ave O Maria e Padre Nostro quando all’improvviso si presenta un’eguale possibilità di avere un posto riservato in Paradiso, grazie al solo inoltro di una GIF glitterata a 27 persone!

Ma cinque mesi di foto, e di raccomandazioni, passando per i meme e arrivando ai video musicali stile Sister Act, cinque mesi così, di contenuti inoltrati a catena, non li augurerei neanche a Sant’Antonio!

Lungi da me voler risultare blasfema. Per carità. Ma Santissima Madre, mi capisca: sono una Donna, non sono una Santa!

Il fatto poi è che ora siamo nel bel mezzo di una crisi e, come immaginabile, la Chiesa – in tempo di crisi – deve stringersi intorno ai propri adepti. Così, da qualche giorno, i messaggi della monaca a noi fedeli si sono fatti via via più insistenti.

E io, dal canto mio, ho preso a fare come i veri infedeli: visualizzo e non rispondo.

Gli inoltri sono allora diventati più incalzanti.

A tratti minacciosi.

Ieri l’invito alla preghiera è arrivato con una serie di foto di pazienti in terapia intensiva, seguita da foto di bare.

Oggi con un messaggio dai toni inequivocabili:

Il Papa ha annunciato che DOMANI venerdì 27, alle ore 18, da Piazza San Pietro, completamente vuota, esporrà il SS. Sacramento e sarà impartita a TUTTO IL MONDO La Benedizione “Urbi et Orbi” a cui sarà annessa la possibilità di ricevere L’INDULGENZA PLENARIA.
È UN FATTO EPOCALE DI UN’IMPORTANZA CRUCIALE
QUINDI A QUELL’ORA SIA FERMATO TUTTO TUTTO TUTTO COMPLETAMENTE PERCHÉ SARÀ IL MOMENTO IN CUI IL PAPA POTRÀ AVERE LA FORZA SPIRITUALE DI FERMARE TUTTO QUESTO. È IMPORTANTISSIMO. RENDIAMOCENE CONTO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
DOMANI. AVVERRÀ UN FATTO EPOCALE CHE RAGGIUNGERÀ IL MONDO INTERO CON UNA BENEDIZIONE UNICA CHE AVRÀ UN’EFFICACIA UNIVERSALE
MASSIMA DIFFUSIONE
MASSIMA DIFFUSIONE
MASSIMA DIFFUSIONE

“Amen”, non ho potuto far altro che risponderle.

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