L’intercity su cui sto viaggiando è partito 40 minuti fa.
Le due signore del mio scompartimento (che 41 min fa non si conoscevano) hanno già toccato i seguenti argomenti di conversazione:
-figli
-matrimoni
-nipoti
-nuove generazioni
-vecchie generazioni
-lavoro
-mancanza di lavoro
-internet
-terrorismo
-mezze stagioni
Mancano ancora 7 ore di viaggio, ma sono fiduciosa.
Buone vacanze anche a voi 😉
Manca “malattie di parenti e amici”, ma sette ore sono più che sufficienti a raggiungere anche quel livello di confidenza… auguri.
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Molto peggio di quanto avessi potuto immaginare: a un certo punto è salito un ragazzo biondo. Dopo un paio d’ore di resistenza ha fatto il terribile errore di intervenire nel dibattito “pensioni”. È iniziato l’interrogatorio: tu che fai nella vita? Quanti anni hai? Studi o lavori? Credi che riuscirai ad andare in pensione? Lui ha risposto educatamente a tutto dicendo che studia, fa medicina, è un po’ preoccupato per la pensione ma pensa che una volta laureato troverà lavoro.
“Eh, ma se uno ha la fortuna di essere bravo, la strada è spianata…”
“Beh, sì signora. Non è solo fortuna. Io ci ho messo impegno, a cominciare dall’imparare la lingua.”
“Imparare la lingua? Non sei italiano?”
“No, in realtà no…”
A questo punto è intervenuta la seconda: “Posso dirlo? Biondo così…per me sei tedesco!”
“No signore, più in giù.”
“Svizzero?”
“No…oserei dire…più terrone. Sono albanese.”
Silenzio.
“Albanese? E sei venuto a studiare medicina?”
“Sì”
“In Italia?”
“Sì signora, in gommone”
“Davvero?”, gli occhi sbarrati.
“No signora, no.”
“Ma non puoi essere albanese. A me non piacciono gli albanesi, invece tu mi sembri un bravo ragazzo.”
“Le giuro che lo sono. Posso farle vedere la mia carta d’identità.”
La signora prende la carta d’identità: “Senti, posso farti un complimento? Mi sembri molto più italiano che albanese!”
Io intanto continuo a guardare fuori dal finestrino costringendomi a non intervenire, che è meglio.
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Se può consolare: il giorno in cui andavamo in vacanza, appena seduti nei posti indicati dal biglietto, ci raggiunge un’altra famiglia. Stessi numeri di posto, stessa carrozza, identici gli orari e la destinazione… chiamato il capotreno, ci spiega che il sistema automatico ha commesso un errore, che anche altri passeggeri avevano avuto il medesimo problema. Partito il treno, trova un posto all’altra famiglia e possiamo proseguire. Meno male! Il primo pensiero è stato: se i biglietti fossero stati fatti da un impiegato con un ingombrante registro, penna e calamaio, tutto questo non sarebbe successo…
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Beh, di sicuro a viaggiare in treno non ci si annoia mai! 😉
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No, infatti!
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Mi hai fatto tornare in mente questo splendido film: https://wwayne.wordpress.com/2016/08/02/un-film-che-ti-entra-dentro/. L’hai visto?
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Non l’ho visto, ma mi ispira moltissimo! Lo guarderò al più presto, grazie per la segnalazione! 😉
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Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie a te per la risposta! 🙂
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Ti farò sapere sicuramente! 🙂
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Beh, dopotutto meglio avere in scompartimento due sciroccate che si fanno a gran voce il Grand Tour degli Argomenti Banali piuttosto che degli zombie whatsuppanti assetati del sangue di Pokemon. O no? 🙂
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Dipende da quanto sonno tu abbia 😉
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Touché.
In tal caso, non posso che consigliare la classica cuffietta con mp3 o, alla peggio, palline di mollica di pane nelle orecchie.
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Wow! “Palline di molliche di pane” non lo avevo mai sentito, la prossima volta ci proverò! 🙂
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