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Sessantacinquesimo giorno di prigionia.

Tutto pareva funzionare bene. Nella quarantena a casa dei Doduck Genitori, intendo.

Sì, insomma, siamo arrivati qui un po’ titubanti in un giorno di inizio aprile, dopo aver lasciato rapidamente la nostra mansarda di Lavorandia, in piena pandemia.

Abbiamo presto dovuto ridefinire abitudini e priorità iniziando a condividere la quotidianità in un posto diverso, con due persone in più, e dovendoci adattare a orari, bisogni e ritmi al cardiopalma.

Abbiamo discusso e creduto, a volte, di non farcela.

Presto abbiamo però trovato un nuovo equilibrio e raggiunto una dimensione quasi idilliaca fatta di contatto con la natura, giochi all’aria aperta, caldi bagnetti, intraprendenti progetti bucolici, grandi abbuffate.

Queste ultime, in particolar modo, rappresentano per la sottoscritta il principale motivo di gioia di queste giornate, e dell’intera esistenza, se vogliamo. Lasciando infatti agli altri il piacere del lavoro all’aperto io sto approfittando, in questa quarantena, di ogni momento libero da videochiamate, incombenze e lavoro, per sfogarmi impastando, sfornando, cucinando e preparando dolci, salati, e prelibatezze.

È proprio grazie a questa mia estrema passione, e al grande aiuto di Ciotti sempre pronta a mettere le mani in pasta, e anche a Pilush, spesso creativo ai fornelli come nella vita, e alla Doduck Mamma che pure è chef mancata e che allestisce banchetti anche solo aprendo la dispensa o il congelatore sempre colmi, non c’è giorno qui che non inizi e finisca con una grande mangiata! Quale miglior modo di vivere la vita!

Tutto pareva funzionare benissimo, vi dicevo, per l’appunto.

Fin quando oggi a pranzo, mentre eravamo tutti concentrati a saccheggiare l’ennesima tavolata imbandita, Pilush  – con espressione davvero grave – non ha preso a confidarci un suo malessere dovuto al fatto di credere di non riuscire a smaltire tutto quel cibo ingerito quotidianamente.

Sostiene, lo stolto, che nessuno al mondo – a dire il vero – sarebbe in grado di consumare tutta la roba che abbiamo preso a preparare quotidianamente in questo nostro assetto quarantenistico.

Dice che si trova a mangiare talmente tanto, in questi giorni, che neppure tutte le energie spese a lavorare il suo orto o nella costruzione del suo pollaio riescono a compensare l’immane apporto di calorie quotidiano e che, in poche parole, se andrà avanti così ingrasserà fino a raggiungere un punto di non ritorno.

Io, figurarsi, ho continuato a masticare credendo fosse una delle sue tante riflessioni sulla vita che poi non portano comunque mai niente.

Lui, però, lui ha insistito così tanto col dire che la cucina che gli proponiamo è troppo gustosa, e condita, e abbondante e a pregarci di non presentargli più nessuna pietanza per aiutarlo a non cadere in tentazione, che – a un certo punto – la Doduck Mamma (che pure a chili non scherza!) ha colto la palla al balzo proponendo di cominciare, da domani, una dieta ferrea ed estesa a tutta la famiglia.

Che se poi pensiamo che lei e Pilush si sono subito trovati d’accordo ed entusiasti all’idea di perdere peso in vista dell’estate, e che nonno e nipotina sono esclusi dalla proposta perché fisicamente inadatti a un regime alimentare imposto, l’unica della famiglia a rimanere fregata in questo folle digiuno sarò io.

 

Quante calorie ci sono in un biscotto offerto da un'amica ...

 

 

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Tredicesimo giorno di prigionia.

“Ehi, Doduck…”

“Ehi, Pilush…”

“Tu che ne pensi?”

“Che ne penso di che cosa?”

“Il Presidente ha messo ulteriori divieti. Hanno chiuso tutte le attività non indispensabili.”

“Ah, già.”

“E?”

“Penso abbia fatto bene.”

“Uhm.”

“No?”

“Forse. Ma ora tutti correranno a fare la spesa.”

“Ma no, Pilush, che dici? I supermercati rimarranno aperti.”

“Uhm.”

“Ma sì, certo.”

“Ma magari finiranno le scorte.”

“Direi di no.”

“E tu che ne sai?”

“Non lo so, a dire il vero, ma tutti dicono di stare tranquilli.”

Mah.”

“Ma sì, Pilush, anche i tg parlano chiaro.”

“Senti, Doduck.”

“Eh.”

“Penso che dovremmo iniziare a razionare il cibo che abbiamo.”

“Ma se ti ho detto che non c’è motivo di agitarsi!”

“Ma non dico di agitarci, infatti. Solo di fare più attenzione a quello che consumiamo…”

“Tipo?”

Evitiamo di consumare in un’unica volta più di un ingrediente.

“Temo di non seguirti.”

“Che ne so, oggi a pranzo abbiamo mangiato pasta salsiccia e zucchine…”

Lo so bene!

“Beh, avremmo potuto preparare oggi una pasta con le zucchine e domani una con la salsiccia.”

“Eddai, Pilush.”

“E invece delle scaloppine ai funghi, stasera potremmo farci una fettina ai ferri, così i funghi rimarrebbero per domani.”

Non rinuncerò ai funghi, stasera. Scordatelo!”

“Invece della pizza al prosciutto che tu e Ciotti avete impastato l’altra sera, avreste dovuto preparare della pizza margherita, così avremmo ancora del prosciutto a disposizione.”

“E perché non una pizza al pomodoro, così avremmo ancora anche la mozzarella?”

Ben detto, Doduck!

“Smettila, Pilush.”

“Anche la torta al cioccolato fatta ieri era un po’ eccessiva.”

“Ma una torta al cioccolato senza cioccolato, che torta è?”

“E forse potremmo fare colazione una mattina con solo caffè, e quella dopo con solo latte. Caffellatte ogni mattina mi sembra davvero un po’ azzardato, di questi tempi.”

“Temerari, proprio.”

“Non dico di arrivare a togliere anche il cibo a Ciotti…”

“Ci mancherebbe.”

“Però sbaglio o stasera le hai dato pollo e patate? E merluzzo e pomodorini, ieri?”

“Pilush!!”

“Ok, ok. Dico solo che – magari – dovremmo iniziare a fare un po’ più di attenzione.”

“Senti. Non c’è motivo di preoccuparsi. Davvero.”

“Ne sei sicura?”

“Ma sì, andrà tutto bene. Il Presidente lo ripete convinto ormai da un mese!

“Ecco. Appunto.”

 

 

Risultato immagini per peanuts pizza

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Reciproco soccorso fra stagisti solitari

Da qualche giorno Pilush se n’è andato a 500 km da casa per un importantissimo lavoro improrogabile pre-vacanze, molti colleghi dell’Azienda Ridens sono partiti per ferie anticipate, viaggi intercontinentali, varie ed eventuali e Lavorandia, in generale, si è progressivamente svuotata rimanendo terra di un’unica categoria di persone: gli stagisti sfigati che non vedranno il mare prima di metà agosto.

Tra le prime linee di questa categoria di persone figuriamo, ovviamente, io e il povero Puad che, stoici, teniamo duro seduti alla nostra scrivania, incuranti dell’afa, della stanchezza e delle foto social di gente che sorseggia drink, su isole lontane.

L’essere rimasti soli in città comporta, per me e Puad, conseguenze diverse, derivanti da nostre diverse caratteristiche psico-fisiche. A me, per esempio – donna incinta, pigra e complicata – questa solitudine forzata regala momenti di estrema gioia dati dalla prospettiva di poter andare a dormire alle 21 o mangiarmi da sola tutti i gelati del congelatore, alternati a momenti di totale noia, accidia, ansia, dati da un pessimismo cosmico persistente e dal fatto di essere costretta a muovermi a piedi, vista la mancanza di un’auto e il divieto assoluto di salire su biciclette, motorini e qualsiasi altro mezzo di locomozione autonomo e vagamente pericoloso.

A Puad, invece, la condizione da scapolo allegro mentre la fidanzata è in vacanza regala esclusivamente libertà, spensieratezza, svago e un unico e solo risvolto negativo: scatolette e surgelati ogni giorno, grazie alla sua nota incapacità in cucina. Continua a leggere “Reciproco soccorso fra stagisti solitari”

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Un brutto colpo

Mi confermate che l’anno nuovo è iniziato da pochi giorni?

No, perché solo la prima settimana di rientro in ufficio mi è sembrata durare mesi.

È come se l’impegnativo capodanno fosse già lontano anni luce, come se avessi già lavorato per infinite e infinite ore, come se avessi perso la mia libertà da un numero indefinito di giorni. Mi sembra essere passato un tempo lunghissimo, insomma, con l’aggravante che le vacanze di Pasqua rimangono comunque ancora lontanissime.

In questi dieci primi giorni lavorativi del 2018 ho ricevuto email da clienti che non sentivo da secoli, ho avuto riunioni con gente di cui non ricordavo più il nome, ho inaugurato almeno quindici presentazioni PowerPoint su altrettanti nuovi progetti e ho già consumato tutte le lattine di tonno della dispensa.

Insomma, è stato un rientro impegnativo. Continua a leggere “Un brutto colpo”

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Pensa a tutto lui.

“Pronto, Doduck? Allora, confermato, arriviamo lì da te il 31, saremo in dieci.”

“Ehi, pronto Pilush, aspetta. Come, il 31? In dieci? Dove?”

“Ma sì, Doduck, te ne avevo parlato il mese scorso. Mi sembrava fossi d’accordo all’idea di passare il capodanno a casa tua in campagna, con i miei amici.”

“Ma, Pilush, ne avremo parlato per sbaglio chissà quando. Poi tu sei partito per il mondo e…”

“Beh, ma ora sono tornato. Sarà una grande festa! Ho già pensato a tutto io.

“No, Pilush, un attimo. Qui a casa ci sono già i miei, ceneranno in sala con i loro amici.”

“Bello! Più siamo, più ci divertiamo!”

“No, temo tu non abbia capito. Loro saranno già un sacco di persone, non posso aggiungere altri dieci invitati, non credi?”

“Ah.”

“Dobbiamo trovare un’alternativa”

“Hai ragione, Doduck.”

“Devi chiamare subito i tuoi amici e dire che purtroppo…”

“Purtroppo… faremo il cenone nel seminterrato!

Continua a leggere “Pensa a tutto lui.”