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Settimo giorno di prigionia.

Non c’è quarantena che tenga: il lunedì è sempre lunedì.

Per l’occasione, stamattina, è tornato a farsi vivo Capo Ridens che – come i migliori condottieri – ha abbandonato la nave che stava affondando ed è sparito per una settimana dopo che l’Azienda Ridens ha ufficialmente chiuso i battenti e tutti noi mozzi ci siamo trovati a boccheggiare nell’aperto mare dello smart working.

Stamattina, dicevo, si è finalmente palesato. Incastrando me e le colleghe in una telefonata di due ore e undici minuti. Semplice telefonata, per fortuna. Niente video. Così mentre lui cercava di tirare le fila, di capire cosa avessimo fatto in questi giorni, cosa fosse rimasto di noi dopo il primo periodo di prigionia e come poter impostare il lavoro di qui in avanti, io preparavo biscotti al cioccolato.

Che vi devo dire, a ognuno il proprio training autogeno.

Ciotti, intanto, si occupava di far tornare all’originario stadio di caos l’appartamento che con tanto zelo, ieri, avevamo riordinato. Ogni tanto poi alleggeriva il lavoro di tutti con urla acute o gridolini striduli assolutamente intollerabili per orecchie umane tanto che, sul più bello, l’ho messa davanti ai cartoni animati. Maria Montessori non me ne vorrà. Facile fare l’educatrice eticamente corretta quando non ti trovi nel bel mezzo di una pandemia!

Sono arrivata al drastico rimedio perché Pilush era, nel frattempo, bloccato davanti al pc. Stamattina ha infatti incominciato un corso online della durata di otto ore al giorno per quindici giorni che gli darà un nuovo attestato che arricchirà il suo cv da libero professionista così che quando tutto questo finirà si ritroverà sul lastrico ma davvero competente.

Ha concluso questa prima sessione online del tutto sfatto e – alzandosi dalla scrivania – ha dunque supplicato che gli trovassi una buona scusa per uscire a prendere un po’ d’aria. Io temevo si trattasse di una scelta pericolosa ma, vista l’insistenza, l’ho riempito di spazzatura e spedito ai cassonetti.

Effettivamente la scelta si è poi rivelata molto pericolosa. Il ragazzo è infatti rientrato in casa, poco dopo, con la faccia smunta e in mano una multa pescata sul cofano della nostra macchina. Il motivo? Il mancato rinnovo del permesso parcheggio per residenti scaduto da 24 ore. L’autore? Un vigile poco carino oltre che del tutto incurante del pericolo. Come avremmo potuto – in questi giorni allo stremo delle forze e al limite della sopravvivenza – recarci in un ufficio pubblico per rinnovare un semplice tagliandino?

E lui stesso…che ci faceva lui – incosciente ausiliario del traffico – in giro per strada, per motivi palesemente non indispensabili? Sottovalutato eroe nazionale pronto a rischiare la vita pur di racimolare gli ultimi 30 euro? E Pilush? Stolto Pilush. C’era davvero tutto questo urgente bisogno di scendere?

Ti chiedo scusa, Presidente.

Perdonali, Peppe. Perché davvero non sanno quello che fanno.  

E comunque, dicevo, non c’è quarantena che tenga.

Il lunedì è sempre lunedì.

Una giornata di merda.

 

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