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Ben tornata, Doduck!

Ogni ufficio ha al suo interno diverse tipologie di dipendenti e fra questi non può mai mancare l’allegro cronico. Un po’ fricchettone, un po’ Peace&Love, un po’ volemose bene giacchè ci tocca passare tutte le nostre giornate insieme, su!.

Satti – ve ne ho già parlato – all’interno dell’Azienda Ridens è proprio questo.

È quella che arriva al mattino pedalando dopo essere già stata in piscina, a fare la spesa al mercato, e a pulire le strade di Lavorandia per riappacificarsi con il proprio karma. È quella che entra in ufficio e prima di accendere il pc annaffia le piantine del davanzale, prima di sedersi alla scrivania, ripone con cura nel frigorifero dello sgabuzzino le 7 pietanze bio diverse che si è preparata per pranzo. È quella che ti offre il caffè durante la pausa, che canta – a volte – per il corridoio, e che sorride a tutti anche mentre parla al cellulare in cortile.

Insomma. È quella presa bene.

La vita di Satti – per come la conoscevo io prima di andarmene in maternità – aveva un solo neo: l’amore incorrisposto. Non ricambiato. Impossibile, proprio. Tante erano state le volte in cui aveva sperato, altrettante quelle in cui aveva disperato (ricordate questa? E questa? E ancora, questa?). Tant’è che quando si era scelta Puad come personale stagista, grassottello ma simpatico, disponibile e servizievole, pronto a rispondere ai suoi comandi insistenti, e alle sue continue telefonate, e ai suoi infiniti sms, senza mai contraddirla, né trascurarla, né abbandonarla (per dovere, ça va sans dire) avrei giurato che dall’ufficio se lo sarebbe portato a casa per non separarsene mai più.

Certo, bisogna ammettere che Puad fosse a tutti gli effetti uno stagista ideale per Satti: socievole con tutti, burlone all’occorrenza, facilmente convertibile al buddismo e sempre allegro, nonostante il carico di lavoro. Nulla a che vedere con me, che di fronte all’irrefrenabile sfiga che mi perseguita tendo ad abbattermi, a incupirmi, o a essere quanto meno scontrosa, altro che namastè, olè!.

Poi però durante la mia – ormai nota – assenza dall’Azienda Ridens, Puad – fra le altre cose – ha iniziato a svolgere anche i miei compiti e a ricoprire a tutti gli effetti il mio ruolo, come sostituto di maternità e Satti – nel frattempo – l’allegra e solare Satti, propositiva, frizzante, sportiva, gioiosa, Satti, è improvvisamente e inspiegabilmente caduta in una profonda depressione.

Che sia lo stress legato al lavoro? Che c’entri l’ennesima delusione amorosa? Che l’allontanamento di Puad abbia in qualche modo inciso? Chi può dirlo.

Fatto sta che quando, circa un mese fa, ho bussato (quasi serena) alla porta di Capo Ridens per annunciargli che ero pronta a rientrare in ufficio: “perfetto, lavorerai con Satti!” mi ha risposto lui, convinto.

“Come, scusi? E Puad?”

“Lui rimarrà a svolgere il ruolo per cui ti sta sostituendo. Satti ora ha bisogno di una persona come te.”

“No, un attimo, la prego! Satti ha bisogno di una persona come Puad – molto più sorridente, e disponibile, e ingenua e beata di me – su cui riversare più che mai tutte le sue frustrazioni. Ne sono certa!”

“No, non credo.”

“E poi speravo che rientrando ora, beh ecco, e mancando ormai poco alla fine dell’apprendistato, beh, con una figlia a carico, sì, cioè, mi avesse riservato qualcosa di buono, non so, un ruolo un po’ più accattivante, sfidante, appagante, retribuito. Insomma, Capo Ridens, la prego, basta stagismo. Sono una mamma, io!

“Poche storie Doduck, scegli: o con Satti, o qui vicino a me,…”

“Ma…?”

“…a fare da assistente alle mie follie.”

“Ok, come non detto.”

“Ottimo. Ben tornata, Doduck!”

 

 

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Autore:

Stagista a tempo pieno. Giura che non se lo meritava.

45 pensieri riguardo “Ben tornata, Doduck!

              1. Purtroppo l’apprendistato è un percorso che dura 3 anni. Nessun capo avrebbe il minimo vantaggio a interromperlo prima del termine per trasformarlo in altro tipo di contratto (la vera fortuna è che durante periodi di congedo, tipo la maternità, i 3 anni si interrompono, per poi riprendere. Dunque il mio durerà ancora di più!)

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  1. Pingback: Griscil – Doduck

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